Sotto l'albero Unicredit non ha trovato la soluzione per chiudere la partita della governace. Ma è solo questione di una manciata di settimane, forse anche meno. A Piazza Cordusio si preparano a riaccendere la macchina operativa dopo le festività natalizie. L'appuntamento è già stato messo in agenda. Per mercoledì prossimo, 12 gennaio, sono in agenda i comitati strategico, nomine e remunerazioni di Piazza Cordusio, che potrebbero stringere sul successore di Sergio Ermotti al Corporate & Investment banking.
Una scelta che sarà portata poi sul tavolo del cda che potrebbe essere in calendario la settimana successiva. Lo hanno confermato fonti finanziarie vicine a Piazza Cordusio a questa testata. Quella dell'erede di Ermotti, che da aprile traslocherà in Ubs come presidente e a.d dell'area Emea, è una delle caselle rimaste ancora vuote dopo la definizione, negli ultimi mesi, degli assetti di vertice e, a cascata, di alcuni ruoli chiave all'interno del gruppo dopo l'uscita di scena di Alessandro Profumo lo scorso settembre.
In più di un'occasione, l'amministratore delegato di Piazza Cordusio, Federico Ghizzoni, ha ricordato che l'istituto è alla ricerca, per la divisione dell'Investment banking, di una personalità di rilievo ma che la scelta sarebbe avvenuta senza fretta. Ora i tempi sembrano maturi, anche se sui nomi resta ancora stretto riserbo. Secondo il tam tam di Borsa la rosa dei candidati vedrebbe tra i papabili Theo Weber, numero uno di Unicredit in Germania, Massimo Tononi, ex Goldman Sachs, il capo del corporate & investment banking italiano Piergiorgio Peluso, sostenuto da alcune fondazioni (Crt e Carimonte) e Luigi De Vecchi, ex luogotenente di Credit Suisse in Italia, oggi co-responsabile dell'investment banking dell'istituto elvetico a Londra.
Secondo gli analisti di Banca Imi, che su Unicredit confermano il rating add con target price a 1,94 euro, Piazza Cordusio necessità di nominare il nuovo responsabile della divisione CIB prima possibile. Tanta urgenza, segnalano gli esperti dell'istituto milanese, per evitare che Unicredit si de-focalizzi da un'area di business così importante che pesa per il 57% sul RWA(Risk Weighted Assets).
Ieri su Unicredit si sono espressi gli analisti di Ubs: hanno rivisto al ribasso il prezzo obiettivo da 2 a 1,75 euro, confermanto il giudizio neutral. La casa d'affari ha ridotto del 9% le stime di Eps relative al 2010 e del 7% quelle per gli anni successivi. Il ritardo nel closing della governance non è stato il motivo, bensì le previsioni più deboli relative agli utili da trading e all'attesa di maggiori accantonamenti. "Analogamente ad altre banche europee - si legge nel report di Ubs - la performance a breve termine per Unicredit continuerà ad essere sostenuta prevalentemente da fattori macro tra cui gli spread sovrani, i tassi di interesse e le aspettative sulla qualità dell'attivo".
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